Finanza & Banca

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PROF. ANTONIO LUIGI LA PICCIRELLA

Nato a San Paolo di Civitate (FG) 11 Luglio 1952, laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Roma, specializzato in Discipline bancarie.

– E’ dottore commercialista

– Revisore ufficiale dei conti e consulente tecnico del tribunale di Roma e della CCIAA di Roma

– Consulente finanziario e analista di un istituto di Credito di dimensioni internazionali 

– Collaboratore dal 1974, membro delle commissioni esaminatrici della CCIAA di Roma tutor dell’ABI

– Formazione docente dell’istituto Romano per la formazione imprenditoriale della CCIAA di Roma

– Giornalista economico, collaboratore di numerosi quotidiani e riviste nel settore Economico – Finanziario

– Dal 2001 Dirigente Inpdap Direzione Centrale Credito

– Nel 2018 Docente Hermes University

– Autore dei seguenti testi: Mutui e Crediti Ipotecari ed. Sole 24 Ore, Manuale del Consulente Finanziario Globale ed. Sole 24 Ore Pirola, Capire i Mutui ed. Maggioli Editore, Come Quotarsi in Borsa ed. Maggioli Editore, Il Finanziamento Aziendale ed. Maggioli, Gli Investimenti Finanziari Giuffrè Editore, Manuale del Promotore Finanziario ed. Maggioli, l’Agente di Affari in Mediazione ed. Il Sole 24 Ore, Mille Test per il Mediatore Immobiliare ed. Buffetti, Manuale del Consulente Bancario e Finanziario ed. Banche, Il Triangolo del Fallimento; Debito Pubblico – Indebitamento – Pressione Fiscale ed. Edidegi, Il Segreto dell’Ultimo Cavaliere ed. Iacobelli.

L’attuale situazione economica inevitabilmente ha avuto delle ripercussioni pesantissime sul comparto produttivo nazionale ed in particolare sulle piccole e medie imprese il cui numero ha subito nell’arco degli ultimi anni una drastica riduzione. Tale trend negativo è stato peraltro appesantito enormemente dal comportamento di chiusura del sistema bancario verso le esigenze e le richieste finanziarie di sostegno nei riguardi degli imprenditori nazionali, dei privati e delle famiglie.
è necessaria quindi una drastica riforma del sistema Finanziario/Bancario il cui obiettivo è quello di ricondurre la finanza all’interno dei confini dello sviluppo solidale mediante la dicotomizzazione tra attività di credito e investimenti finanziari.
Tale distinzione farebbe diminuire la trasmissione dell’instabilità dei mercati finanziari all’economia reale. Peraltro si rende sempre più pressante la necessità di condizionare i fondi pubblici, erogati al sistema Bancario Nazionale, allo sviluppo dell’economia reale facendo pressione sugli stessi Istituti di Credito ad adottare dei comportamenti virtuosi finalizzati a scelte di finanza solidale e partecipativa.
L’urgenza di scelte coraggiose innovative di finanza etica e solidale è peraltro caldamente sollecitata anche dalla Chiesa che invita a proporre scelte nuove che aprano un futuro per le generazioni a venire.

In questo contesto vengono ad inserirsi le nuove proposte di seguito formulate che hanno l’obiettivo di rilanciare il comparto Privato/Pubblico ed il comparto produttivo nazionale.

1 – RIFINANZIAMENTO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MEDIANTE IL PRESTITO ETICO SOLIDALE ATTUATO CON UNA NUOVA PROCEDURA TECNICA FINANZIARIA COMPLETAMENTE GARANTITO MEDIANTE LA CREAZIONE DI UN FONDO DI GARANZIA AUTOALIMENTATO NAZIONALE DEI PRESTITI ALLE IMPRESE.

La formula del prestito etico solidale nasce dall’esigenza di sostenere finanziariamente le piccole medie imprese che necessitano di interventi urgenti negati peraltro dal Sistema Bancario Nazionale che giustifica tale carenza erogativa nella mancanza di solide garanzie di sostegno da parte delle imprese. La nuova procedura copre questo Gap e sussidiariamente fornisce alle Banche un quadro di garanzie completo del finanziamento erogato. 

Sotto il profilo operativo l’operazione si attiva con la richiesta di finanziamento da parte dell’impresa.

Es. 100.000,00 euro

La Banca provvede quindi ad allestire una pratica di finanziamento pari a 120.000,00 euro, praticamente offre il 20% in più del finanziamento richiesto. In sede di erogazione del prestito lo stesso Istituto finanziatore provvede a recuperare i 20.000,00 euro e li versa in un conto di garanzia personale dell’Azienda che verrà investito in titoli di Stato/obbligazionari che produrranno un certo reddito a favore dell’Impresa. La sommatoria di tutte queste eccedenze (20% + interessi maturati) confluiranno su un Fondo di garanzia dei prestiti alle imprese previsto a livello nazionale interbancario. Il Fondo interverrà come fondo di garanzia per le banche eroganti relativamente ai finanziamenti che non potranno essere onorati dalle imprese. Con questo sistema saranno gli stessi imprenditori che forniranno solidalmente le garanzie occorrenti al sistema bancario, il quale non avrà più alibi per non erogare i prestiti. In caso di estinzione del prestito da parte delle imprese verrà restituito il saldo del conto di garanzia personale maturato a quella data. 

Questo sistema parallelamente può essere duplicato e applicato oltre che alle aziende anche ai privati che chiedono un finanziamento, in questo caso avremo il PRESTITO ETICO SOLIDALE AI PRIVATI E ALLE FAMIGLIE.

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VANTAGGI PER L’IMPRESA
– Possibilità di accedere ad un finanziamento certo ad un tasso di interesse più contenuto in virtù della garanzia offerta dal Fondo di Garanzia alle Imprese.
– Possibilità di accedere contemporaneamente ad una forma di risparmio (conto di garanzia personale) senza esborso di somme proprie.
– Possibilità di garantirsi alla chiusura del finanziamento di un importo comprendente i 20.000,00 euro più gli interessi maturati sino a quel momento.

VANTAGGI PER GLI ISTITUTI DI CREDITO
– Vendita contemporanea di 4 prodotti
– 2 conti correnti-conto corrente impresa e conto corrente di garanzia personale
– Finanziamento
– Polizza assicurazione infortuni
– Operazione interamente garantita a rischio zero
– Acquisizione di nuova clientela
– Aumento degli impieghi

VANTAGGI PER L’ERARIO
– Possibilità di avere i Fondi dei conti di Garanzia personali (20%) canalizzati sul “Fondo Centrale di Garanzia “ ed investiti in titoli di stato.
– Rilancio del comparto produttivo delle imprese

2 – CONCESSIONE ALLE GIOVANI COPPIE DI MUTUI A TASSO ZERO PER L’ACQUISTO DELLA PROPRIA ABITAZIONE CON RATA MENSILE NON SUPERIORE AL 50% DEL REDDITO MENSILE, E MEDIANTE L’INTERVENTO DEL FONDO CENTRALE NAZIONALE DI GARANZIA MUTUI.

E’ purtroppo evidente a tutti che il comparto Bancario ha drasticamente ridotto le erogazioni di mutui per il settore Immobiliare, mentre avrebbe dovuto proprio in un momento di crisi come questo, incrementare tali finanziamenti. Il sistema proposto va nella direzione di rilanciare questa tipologia di finanziamenti da parte del sistema creditizio, poiché saranno le stesse Banche a sollecitare e promuovere tali finanziamenti in quanto ultra garantiti.

Questi mutui sono erogati unitamente ad un piano di accumulo/Fondo di investimento, che mediante una particolare procedura di rimborso delle rate fa si che alla scadenza del piano di accumulo e del mutuo, gli interessi pagati e la somma creditoria del piano di accumulo si equivalgono ottenendo un mutuo a tasso zero, o molto contenuto.

La procedura si attiva con la richiesta di un mutuo da parte di un privato:

Es: RICHIESTA DI UN MUTUO DI EURO 50.000,00

LA BANCA EROGHERà L’IMPORTO DI 57.000,00 (50.000,00 + UNA ANNUALITà DI RATE)

IN SEDE DI EROGAZIONE LA BANCA RIPRENDERà I 7.000,00 EURO DI ANNUALITà E ATTIVERà UN P.A.F. – PIANO DI ACCUMULO O FONDO.

A questo punto la procedura prevede anziché il versamento semestrale posticipato delle rate (30 giugno e 31 dicembre), il versamento mensile anticipato delle stesse da cui la banca a scadenza del semestre provvederà in automatismo a pagare il mutuo.

Alla scadenza del mutuo la capitalizzazione semestrale della somma anticipata (7.000,00) più il rendimento del fondo, più la capitalizzazione delle mensilità anticipate, più il risparmio fiscale degli interessi pagati del mutuo produrranno una somma che compensa gli interessi pagati sul mutuo.

La somma di tutti questi P.A.F. confluiranno su un Fondo di Garanzia dei Mutui operante a livello Nazionale che interverrà come Fondo di Garanzia per le Banche eroganti in caso di mancato pagamento temporaneo di rate da parte del richiedente il mutuo.

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Con questo sistema si garantirà la casa anche in presenza di problematiche finanziarie temporanee delle famiglie.

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3 – PROVVEDIMENTI DI INCENTIVAZIONE DEL RISPARMIO
La propensione al risparmio del settore privato da oltre un decennio a questa parte si è andato progressivamente riducendo a causa principalmente della stagnazione del livello dei redditi, del perdurare della crisi economica mondiale, e della politica delle Banche nazionali che hanno progressivamente ridotto la remunerazione del risparmio faticosamente accumulato dalle famiglie italiane. Tale propensione attualmente si attesta attorno al 9,6% con un flusso di giacenze presso il sistema bancario pari a c.a. 1.367 miliardi di Euro. Tali giacenze remunerate a tassi irrisori vicino allo zero sono scarsamente utilizzate dalle Banche per finanziare le imprese proprio perché non riparametrate nel medio lungo periodo essendo tenute sui conti correnti.

Pertanto alla luce di queste considerazioni lo studio di fattibilità prevede lo sviluppo della concezione dei “Time deposit” con la creazione di un nuovo strumento i “Certificati di Rispamio “ titoli vincolati e trasferibili che permettono al sottoscrittore di ottenere il rimborso del capitale a scadenza maggiorato di interessi fissi che possono essere incassati o anticipatamente in una unica soluzione o mensilmente o semestralmente o annualmente.

Il taglio minimo è di 1000,00 euro o multipli e la durata può variare da 1 a 30 anni. In caso di necessità possono essere svincolati prima della scadenza previa decurtazione degli importi degli interessi corrisposti fino a quel momento, mentre sulla somma depositata fino a quel momento verrà corrisposto un interesse fisso ridotto rispetto a quello inizialmente applicato.

Su tali strumenti viene applicata una ritenuta ridotta del 10%

Es. deposito di 50.000,00 euro a 5 anni tasso applicato 5,50%

50.000 x 5,50/100 = 2.750 euro anticipati

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4 – APPLICAZIONE DI UN SISTEMA INCENTIVANTE PER LE FUSIONI E AGGREGAZIONI DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (PMI) AL FINE DI POTENZIARE IL SOSTEGNO ALLE STRATEGIE DI SVILUPPO E PENETRAZIONI NEI MERCATI ESTERI E CONSENTIRE LA LORO QUOTAZIONE PRESSO LE BORSE REGIONALI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE.

Lo studio di fattibilità prevede un sistema incentivante fiscale da applicare alle piccole e medie azie ndeche procedono ad effettuare delle aggregazioni o fusioni strategicamente utili per lo sviluppo e la penetrazione nei mercati esteri.

E’ nota l’importanza e la centralità del ruolo svolto dalle piccole e medie imprese nel tessuto economico del nostro paese di cui rappresentano la spina dorsale del nostro sistema industriale. Analizzando questo segmento produttivo emergono con chiarezza limiti dimensionali macroscopici che vincolano la loro crescita, esse infatti sono in gran parte sottocapitalizzate, infatti il rapporto fra i mezzi propri e i mezzi di terzi è pari a 1 a 3, cioè per ogni euro di capitale di rischio investito ce ne sono 3 di indebitamento verso il sistema creditizio. Tale indebitamento peraltro è fortemente squilibrato e sbilanciato verso il breve termine anziché nel medio lungo; infatti c.a. il 74% dei debiti bancari è su scadenze a breve, in Germania invece i debiti a breve rappresentano solo il 43% dell’indebitamento. Inoltre le PMI pagano un elevato contributo in termini di tassi di interessi e di spese al sistema creditizio c.a. il 97% contro un 3% di dividendi, mentre in America siamo a un 40% dividendi e 60% interessi.

Per cui accedendo al mercato borsistico locale queste imprese oltre a risolvere questi problemi/finanziari patrimoniali con la raccolta di capitali a tassi più contenuti, possono acquisire altresì una proiezione della loro immagine ben al di là dello stretto ambito locale ove sono già conosciute, con importanti ritorni di carattere commerciale.

La formazione di questo circuito telematico nazionale sul modello del Nasdaq americano (a cui partecipano circa 5400 società d’intermediazione di cui quasi 500 sono market maker) particolarmente rivolto alle piccole e medie imprese esistenti, oltre a garantire i flussi dei risparmiatori verso le unità produttive servirà anche a preparare il terreno per la creazione di nuove imprese con capitali di rischio raccolti sul mercato, nuove imprese sponsorizzate da un Tutor o Sponsor che a proprio rischio garantisce la qualità dei titoli delle imprese da quotare.

Secondo le stime della Banca d’Italia le aziende che potrebbero accedere alla Borsa Valori sono c.a. 1.700 di cui 600 di dimensione medio-grande e 1.100 “piccole” per una capitalizzazione di c.a. 30 miliardi di euro.

Per favorire l’avvicinamento dei risparmiatori a questo segmento occorre:

A – potenziare gli incentivi fiscali a favore degli investitori tassando le plusvalenze con la stessa aliquota dei risparmi.

B – garantire all’investitore un rendimento minimo al suo investimento. Le imprese potrebbero emettere delle Azioni garantite con un rendimento minimo simile ad esempio al rendimento obbligatorio previsto per la riserva tecnica delle imprese di assicurazioni.

C – tassare in maniera differente l’utile lordo d’impresa, che dovrebbe essere diviso in due parti-

1. Utile finanziario di borsa sulla quota stabilita per il rendimento minimo garantito al risparmiatore.

2. Utile d’impresa a tassazione normale.

D – istituire un Fondo Nazionale di Garanzia del risparmiatore per garantire il risparmio da eventuali insolvenze delle società quotate, tale fondo interverrà fino al 90% dell’insolvenza.

E – far intervenire e responsabilizzare le due istituzioni maggiormente presenti sul territorio, i mediocrediti e le banche e questo perché le aziende locali sono conosciute dal sistema finanziario locale con cui hanno rapporti di fido, pertanto ad esse spatta la promozione di queste imprese e quindi la scelta di quelle più meritevoli, scelta che dovrà impegnare equamente al 50% le Banche (TUTOR) ed i Mediocrediti (RATING) per garantire il capitale delle società da insolvenza o distrazioni.

F – attivare una società di RATING per le imprese, e questo sembra che sia in fase di realizzazione presso il Mediocredito.

G – allargare la base azionaria della società, prevedere degli incentivi all’acquisto delle azioni da parte dei dipendenti delle società quotate mediante l’utilizzo anche del TFR o parte di esso (quota comunque che l’impresa può riottenere sotto forma di mutui agevolati dalla banca TUTOR.

H-far acquisire a tutte le aziende da quotare La Certificazione Etica dell’Impresa.

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5 – RIPRISTINARE LA SEPARAZIONE DELLE BANCHE COMMERCIALI DA QUELLE DI INVESTIMENTO COSI’ COME GIà PREVISTO IN PASSATO (VEDI STEAGAL ACT USA 1933 E DELLA NOSTRA LEGGE BANCARIA DEL 1936) E REVISIONE DEGLI ACCORDI DI BASILEA (3) CON INCLUSIONE DEGLI ASPETTI RELATIVI AGLI IMPIEGHI DELLE ISTITUZIONI BANCARIE.

6 – OBBLIGO PER LE BANCHE AFFIDATARIE DI AZIENDE IN CRISI DI NON TOGLIERE I RUBINETTI DEL CREDITO, MA BENSì DI PARTECIPARE AL CAPITALE CON LA LORO QUOTA DI CREDITO PER RISANARE E RILANCIARE LE STESSE IMPRESE.

7 – TOGLIERE L’OBBLIGATORIETà PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DI SOTTOSTARE AI REQUISITI PREVISTI DA BASILEA I-2-3- ETC.. RELATIVAMENTE AI CRITERI DI VALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO (RIC). POICHé COME è RISAPUTO I REQUISITI PREVISTI DA BASILEA SONO STATI FORMULATI E STUDIATI PER LE GRANDI IMPRESE E GRUPPI SOCIETARI EUROPEI, MENTRE SONO COMPLETAMENTE FALLIMENTARI E PENALIZZANTI PER UN SISTEMA DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE COME QUELLO ITALIANO.